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Uno psichiatra insegna esorcismo
“Nel 98% dei casi solo allucinazioni”
Qual è il collegamento tra le patologie psichiatriche e le vere e proprie possessioni diaboliche, tema del suo intervento al corso?
“Abitualmente si parla di persone da esorcizzare quando, per ammissione di grandi esorcisti, solo per una percentuale infinitesimale, orientativamente intorno al 2 per cento, si tratta realmente di persone che necessitano di esorcismo. La chiesa ammette l’esistenza di Satana, ma per il restante 98 per cento si tratta di patologie. Come psicoterapeuta con più di trent’anni di esperienza mi sono reso conto che spesso si tratta di allucinazioni, o anche di casi di isteria, di nevrosi ossessive o di schizofrenia. Insomma, le allucinazioni diaboliche alla fine sono spesso proiezioni di coscienze malate, curabili con semplici farmaci anti-allucinatori. Non si tratta tanto di demoni ma di poveri diavoli!”
Quindi è necessario per l’esorcista religioso avere delle conoscenze di psicoterapia?
“Certamente, infatti la conferenza episcopale che si svolgerà a Palermo è un momento storico. Per grande apertura mentale da parte della Santa Sede ci sono esorcisti come Frate Benigno che si aprono a nuove acquisizioni e nuovi orientamenti. Ma è necessario approfondire senza mai togliere nulla al valore del credo. Gli esorcisti religiosi si sono resi ben conto che spesso si tratta di patologie e che vanno viste come tali”.
Allora, se ribaltiamo il punto di vista, anche l’uomo di scienza secondo lei dovrebbe avere una forte fede, e credere in Dio e nel demonio?
“Certamente il medico deve essere aperto a fenomeni inspiegabili come situazioni in cui il posseduto parla lingue straniere che non conosce o cose del genere. A volte ci sono fenomeni che lasciano da pensare. In un libro che ho scritto, “Sette Sataniche”, ho raccontato alcuni di questi casi che ho avuto in terapia. Si va dalle due signore che puntualmente, ogni giorno alle 19:00, sentivano dei rumori e cominciavano ad avere visioni, fino ad un coprolalico, una persona che sentiva la necessità di dire parolacce e bestemmie in chiesa, davanti alle immagini sacre. Poi si è scoperto che in questi due casi si trattava rispettivamente di psicosi allucinatorie e di nevrosi, curabili con farmaci e terapie”.
Lei, nella sua carriera, si è mai trovato davanti a fenomeni totalmente inspiegabili?
“Si, varie volte. Ad esempio nel caso di due donne, madre e figlia, di un paesino vicino Roma. C’erano manifestazioni di tutti i generi, da oggetti che si spostavano alla sensazione, da parte delle due, di essere spinte e toccate. Abbiamo provato tutti i farmaci, ma non c’è stato niente da fare: lì la scienza si è arresa”.
Anche per i non credenti ci può essere un legame tra le allucinazioni di natura mistica e la fede? Le persone che vanno spesso in chiesa e sono circondate da immagini sacre, vivono più facilmente questo genere di suggestioni?
“Di per se non c’è legame tra le allucinazioni mistiche e la fede, ma le rispondo semplicemente con un aneddoto successo proprio oggi: stavo raccontando alla nuova segretaria di dipartimento, qui all’università, della lezione che terrò a Monreale. La ragazza mi ha pregato di non continuare, dicendomi ‘sono credente e mi suggestiono facilmente’.”